L’ascolto del minore è attività che si svolge nei processi i cui esiti sono destinati ad incidere sulla vita del minore stesso e a produrre effetti nella sua sfera sostanziale – in una specifica proiezione del suo interesse “morale e materiale”.
RELATORI
- Professoressa MARIA CATERINA BARUFFI (professore ordinario di Diritto Internazionale);
- Professoressa FEDERICA PERSANO (professore aggregato Diritto Internazionale);
- Dottoressa VERONICA MARRAPODI (giudice del Tribunale di Bergamo);
- Dottoressa CLAUDIA PICCINELLI (psicologa, mediatrice familiare e coordinatore genitoriale)
DURATA: 3 ore (dalle 15.00 alle 18.00)
LUOGO: Piattaforma Zoom
L’evento è stato accreditato, ai sensi dell’art.20 del Reg. per la Formazione Continua del Consiglio Nazionale Forense, con n.3 crediti formativi in materia NON obbligatoria.
L’evoluzione della società civile a livello internazionale, e segnatamente la metamorfosi del soggetto di età inferiore ai diciotto anni da “oggetto” di tutela – soggetto a tutela indiretta a mezzo degli esercenti la responsabilità genitoriale – a “soggetto” della tutela – soggetto “titolare di diritti soggettivi perfetti, autonomi ed azionabili” – e in special modo – a motivo della rilevanza della sua personalità rispetto all’intero ordine sociale – a soggetto da tutelare in via proprietaria, ha comportato una graduale, ma via via sempre più marcata, accentuazione della valenza della sua posizione nel bilanciamento dei valori di riferimento e dei diritti della parti nelle vicende processuali. Sicché “the best interests of the child” è divenuto obiettivo centrale dei vigenti sistemi giuridici progrediti e, in area europea, la Corte europea dei diritti dell’uomo ne ha sancito la priorità raccordandola al comma 1° dell’art. 8 della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo, ossia al “diritto al rispetto della vita privata e familiare”.
L’indeterminatezza del concetto di “interesse del minore”, propriamente del “superiore” interesse del minore, e la varietà dei procedimento che vedono coinvolto il minore, inducono ancora ad indagare sulla concreta esternazione di tale interesse e, di conseguenza, pongono la questione dell’indispensabilità o meno dell’ascolto del minore per la valutazione del pieno rispetto di esso. Benché sui temi dell’interesse del minore e dell’ascolto dello stesso si registri un’ampia ed accurata elaborazione dottrinale e giurisprudenziale, sia a livello interno che a livello europeo tratta di temi ancora in fase di determinazione a livello normativo.
Il legislatore italiano con il d.l. 12 settembre 2014, n. 132, convertito nella l. 10 novembre 2014, n. 162, con cui ha riconosciuto ai coniugi la possibilità di addivenire alla separazione personale, al divorzio e alle modificazione delle relative condizioni attraverso un procedimento che si svolge dinanzi agli avvocati, a cui segue il controllo del pubblico ministero, ha coniato un procedimento che coinvolge il minore ma non ne contempla l’ascolto.
La negoziazione assistita anche in presenza di figli minori o bisognosi di protezione attribuisce piena legittimità a tale modello procedimentale, le indicazioni contenute nelle fonti sovranazionali inducono però a più attente riflessioni sul punto. Quindi le prospettive di sviluppo? Quali le strategie di ascolto e le tecniche corrette per spiegare al minore il procedimento che lo riguarda e le figure istituzionali che gli ruotano attorno nonché i possibili esiti del procedimento?